Italia: 77° posto nella classifica sulla libertà di stampa.

Ma da aprile 2017 festeggiamo la risalita al… 52° posto. Lo dichiara l’ANSA in un rapporto di RSF, Reporters Sans Frontieres.
Ora andiamo a vedere se questa poca libertà di espressione si verifica nella realtà.
Circa quindici giorni fa, a Biella, una provincia alle pendici delle alpi al confine con la vicina Valle d’Aosta e la provincia di Torino, il gruppo “Libertà di cura” che si occupa di fare chiarezza ed informazione sui vaccini, ha deciso di sensibilizzare la popolazione comprando uno spazio pubblicitario sul retro di un pullman locale.
Questa la foto pubblicitaria:
Il messaggio fa rabbrividire per la volgarità e l’arroganza, i termini crudi ed espliciti… O forse no? No. E questo non è un giudizio personale, è una presa d’atto.
Con la cautela e l’attenzione che il gruppo “Libertà di cura” è solito usare è stato fatto passare il messaggio riguardante l’ossimoro tra l’articolo 34 della Costituzione Italiana e la folle legge 119. E come sappiamo, o almeno si spera, la Costituzione sta SOPRA le leggi perché da essa devono emanare.
Cosa c’entra tutto questo con la polemica scaturita in città?
C’entra, perché la pubblicità che avrebbe dovuto durare almeno quindici giorni, è stata censurata, ripeto, CENSURATA dall’azienda di trasporti pubblici locale ATAP, che afferma:
«Ci è arrivata la richiesta da parte dell’agenzia pubblicitaria – spiega il presidente Rinaldo Chiola –, e l’abbiamo bocciata. Siamo un’azienda pubblica, e per quanto lecita possa essere una campagna del genere, non possiamo andare contro la legge che prevede un obbligo che qui si invita a non seguire». Fonte: www.lastampa.it
questo uno stralcio dell’articolo estrapolato da La Stampa dato che, purtroppo, il messaggio non l’ha letto nessuno:
…Atap ha censurato la campagna e ha fermato i bus con le scritte della discordia. Motivo: erano in «evidente contrasto con la natura giuridica dell’azienda», come ha sottolineato il presidente Rinaldo Chiola.
Ma signor Chiola, suvvia, sia ragionevole ed usi altri termini perché se dice così allora non ha proprio letto quanto scritto sulla grafica. Oppure non capisce la differenza tra Articolo della Costituzione e Legge dello Stato; a quel punto il silenzio sarebbe stato più decoroso.
Anche perché, se con questo fatto andiamo a incidere sulla libertà di espressione sancita dall’Articolo 21, sempre della Costituzione, questa sconosciuta, allora dovrebbero essere rimossi o addirittura non pubblicati articoli come questi, apparsi su di un giornale locale:
Forse qui le sue parole, signor Chiola, (per quanto lecita possa essere una campagna del genere, non possiamo andare contro la legge che prevede un obbligo che qui si invita a non seguire) avrebbero avuto un contesto migliore e più coerente.