L’Inferno. Dante lo descrive bene in 34 cantiche, 33 cantiche più un proemio, pieni di fatti che per i giornalisti sarebbero una manna dal Cielo, non fosse questa affermazione un ossimoro tra cielo e terra. A detta di coloro che la Divina Comedìa l’hanno letta tutta, l’Inferno è di gran lunga più eccitante e stuzzicante del Purgatorio e molto più ancora del Paradiso.

Laggiù succedono cose che stimolano la parte di noi curiosa, criticante, malpensante, lussuriosa. Quella parte che vive di divisioni, di contraddizioni, di comparazioni, di competizioni per prevalere, di depravazioni… Il mondo del gossip, della vanità per eccellenza, del pettegolezzo fine a se stesso. Strano come risuoni così tanto in noi, come una eco di una profonda, oscura, caverna. Sarà che siamo dentro esattamente come Dante descrive? Come potere comprovare quanto sopra? Basta guardare cosa accade nel mondo fuori per vedere il riflesso del mondo dentro.
Quando l’Inferno si sente minacciato pone in avanguardia i suoi emissari, quindi porta allo scoperto tutte le oscurità interiori che, come la porta degli inferi, si apre a guisa di un buco nero che attrae la luce per non farla uscire più. Oppure per traslarla ad altra dimensione, come fosse esso un passaggio.
Così succede per le schiere infernali, paurose creature demoniache, stimolatrici di passioni che patimenti provocano, come loro mandato. Ed ecco che si fanno avanti, spudorati, gli esseri più paurosi e violenti, coloro che violano l’altrui libertà, che abbattono le barriere del rispetto.

L’Orgoglio, in testa (mai nel cuore), si fa avanti con la protervia dell’Ira per prevaricare e conquistare terreni altrui, per dominare, sottomettere. Ad esso il potere fa Gola, commistione tra essa e la Lussuria, la smania, nell’atto sessuale, di possedere, violentare un corpo per sottometterne l’Anima.

…e supportata dai politici, coloro che legittimano, approvano e veicolano i messaggi “consigliati” dai loro superiori. L’Inferno ha i suoi, chiari, emissari, venuti a raccogliere le anime che lo hanno chiamato, ed oggi si mostra, spudorato, forte della loro legittima richiesta:



E tutto ciò scarica, come una batteria, e quindi avanza la Pigrizia, che accompagna all’inamovibilità che porta a cadavere, colui che talmente fermo è da non servire più alla Legge della Vita.
Essendo il Sesso il motore di tutto l’Universo, quand’esso è polarizzato in senso opposto, spegne ogni creazione, e una stella mai potrà nascere.
Come una creatura potrebbe mai prendere forma e vita da coloro che non possono produrne corpo?
Ma trovare una soluzione è d’uopo per protendere all’obbiettivo della confusione ammessa a ché divenga consuetudine.
L’Oscurità interiore ammette la scienza se antitesi della Coscienza, se funzionale alla sua annichilazione.

E chi tutto vuole nulla scambia; l’Avarizia tiene a sé e trattiene, chiuso nei forzieri, un bene che può crescere solo se spartito, speso, con intelligenza. E più ha più vorrebbe perché sì¹ è la sua condotta, e tanto si compara che, per primeggiare, si fa accompagnare dall’Invidia, che per Orgoglio si alimenta; ed il cerchio si chiude e riprende, come circolo vizioso.

Avarizia non tratta solo di beni materiali ma anche tutti i sentimenti che rendono l’animo nobile e regale, senza i quali la persona si mostra sterile. E siccome sterile nulla può generare.
Fortuna vuole che la Luce ancora esiste e resiste ma, come fiammella ne “La Storia Infinita” (M. Hende), solitaria tende a spegnersi ogni qualvolta spira forte il vento dell’oscura anti Luce, ogni volta noi umani protendiamo verso la attraente zona buia, dove la ragione prende sonno e la via del non ritorno. Ma confido…
