Quanti segnali in questi ultimi anni ci hanno portato a vedere e sentire cose che ad una mente lucida e capace di comprendere sarebbero apparse assurde. Ma il programma di manipolazione delle Coscienze si è avvalso di una dote che a molti esseri umani è carente, la pazienza. I piani di assoggettamento delle masse, progettati decenni addietro, avrebbero mostrato i frutti maturi in questi ultimi due/tre anni. Se non fosse che qualcosa è andato storto…
Il piano prevedeva l’accettazione di credenze e conseguente fidelizzazione delle persone verso organi ed enti governativi e non governativi dai quali prendere per buone, valide e giuste, includendo anche l’accettazione di sacrifici, notizie e decisioni arrivate dall’alto. È così che, piano, piano, ci hanno fatto accettare lo schiavismo economico delle banche, che ora comandano spudoratamente i governi e di conseguenza i popoli.
Per via di ciò plaudiamo l’uccisione di un uomo perché islamico (come il caso di Anis Amri, il presunto terrorista della strage di Berlino a Natale), giustifichiamo i bombardamenti in Medio Oriente e la nostra produzione di armi e bombe in supporto di tali conflitti, fatti passare per “Missioni di pace”. La Hollywood nella quale ci fanno vivere ha dispiegato mezzi di ogni tipo a servizio di questa “mission” coniando anche termini epici come “Alleanza atlantica”, “Le forze della Coalizione”, “Primavere arabe”, Rivoluzioni colorate”, e via di fantasia.


Ci hanno fatto passare quindi che, chi opera per la pace usando la guerra, pace reputata tale dal suo punto di vista, è meritevole di un premio, il Nobel, appunto. E da un certo punto di vista è anche logico e naturale; se i videogiochi più giocati sono quelli dove ci sono i più efferati massacri, le violenze più raccapriccianti, navi affondate, morti sgozzati, sciabole che trafiggono corpi da parte a parte, teste sgozzate, va da se che il mondo interno alimentato da tutto questo odio profondo lo proiettiamo fuori creando così la nostra realtà.

A questo proposito estrapolo una parte di un interessante articolo:
Fonte: www.maurizioblondet.it
Obama caso clinico estremo
Nel solo 2016, ultimo anno della sua presidenza, Obama ha fatto lanciare su sette paesi – Irak, Somalia, Siria, Libia, Pakistan, Afghanistan, Yemen – tre bombe ogni ora, notte giorno, 24 ore su 24.
http://blogs.cfr.org/zenko/2017/01/05/bombs-dropped-in-2016/

Inoltre: ha ridato una postura offensiva alla NATO; ha ammassato armi , missili ed armati alla frontiera della Russia; ha creato in Ucraina un colpo di Stato; ha straziato la Siria con la creazione e l’addestramento dei terroristi del Califfato; non ha chiuso – nonostante le promesse – il carcere di Guantanamo; ha aiutato i sauditi a bombardare i civili del miserabile Yemen…In base a quale allucinazione le opinioni pubbliche “di sinistra”, in Europa come in Usa, continuano a rimpiangerlo come un civile progressista? Moralmente superiore a Putin (“un dittatore nazionalista”), e senza confronto migliore di Trump, spregevole, che però non ha bombardato nessuno?
E che dire delle sue politiche “sociali”? Ha compiaciuto sempre e in tutto Wall Street, la finanza miliardaria e speculativa; ha fallito il sistema assicurativo sanitario, che è diventato costosissimo tanto che poche famiglie possono permetterselo; sotto la sua guida, i salari sono calati, e le ricchezze dell’1% plutocratico aumentate; alla fine, lascia un paese dove il numero degli americani in età di lavoro che ne sono fuori è aumentato: oggi sono 102,632 milioni, un record storico assoluto. Il numero dei maschi capifamiglia disoccupati è uguale a quello della Grande Depressione. Il 47 per cento degli americani non ha da parte 400 dollari per far fronte a un imprevisto.
E come mai le opinioni pubbliche progressiste continuano a vedere in lui un presidente “democratico”, anche se ha fatto tutte politiche anti-popolari e anti-lavoro?
Tre giorni fa Obama ha tenuto il discorso di addio nella sua Chicago; almeno speriamo sia l’ultimo, è un mese che tiene ultimi discorsi di addio. Di fronte a un pubblico di fan, ha descritto le cose meravigliose che lui ha fatto per l’America, e come l’America sia diventata migliore negli otto anni del suo governo, più progredita, progressista e amica degli omosessuali – s’è commosso più volte ricordando e magnificando “il mio retaggio”, e i presenti si sono commossi ed estasiati con lui. Ha promesso di restare a Washington per sorvegliare, dall’alto della sua superiorità morale, il governo dell’impresentabile Donald, per timore che guasti “la mia legacy”, il lascito (di caos e fallimenti?) che adesso affida all’America progressista…

E’ stato notato che Obama, in questo discorso, s’è riferito a se stesso 75 volte. Precisamente, ha detto “Io” 33 volte, “mio” 20 volte, “me” 10, “io sono” e “io ho fatto” 12 volte. Una presunzione, un egocentrismo così conclamati (ancorché probabilmente aggravati dalla “cultura” del negro, schiavo risalito ad altezze a cui era impreparato), e una distorsione del senso di realtà e mancanza di autocritica così patologico, che forse ci dà la chiave per capire – su questo caso clinico estremo messo sul tavolo anatomico – l’organo difettoso per cui “la sinistra” è sempre sicura della propria superiorità morale, qualsiasi cosa faccia – al punto da santificare, se le fa lei, azioni “di destra”.
Come spiegarlo?
Ah, giusto per dovere di cronaca; all’ultimo discorso di Obama era presente anche il Vice Presidente uscente, Joe Biden, sì, quello che ama le bimbe, che Obama ha premiato. Beh, ha pianto anche lui!