A breve ce lo proporranno come i vaccini. Si cominci così, spianando la strada con informazioni su scoperte “innovative e rivoluzionarie” ma vecchie di lustri. A farci credere quanto siamo tecnologicamente progrediti è questo articolo apparso sul quotidiano La Repubblica che tesse le lodi di un dispositivo a quanto pare sottocutaneo (nell’articolo non è menzionato ma è sottinteso). Basta infatti vedere le slide a metà articolo nelle quali si legge appunto che il chip lo hanno già gli animali da compagnia e da allevamento; cosa ci vuole a farlo accettare anche al genere umano?
È sufficiente giustificare il mezzo, come di fatto scrive il giornalista Emiliano Vitaliano a riguardo dei pirati informatici:
L’idea di trasformare il corpo umano in un trasmettitore vivente (sempre per contrastare i pirati informatici) non è nuova…
oppure, se non basta la paura del furto di password, è sufficente menzionare la salute ed il monitoraggio medico:
Uno dei potenziali impieghi risulta l’ambito biomedico, in relazione a tutti quei casi in cui è obbligatoria una condivisione dei dati certa che garantisca l’identità del paziente (per esempio, la somministrazione dell’insulina)…