A cura di Andrea Pilati
Credevamo che gli eventi bellici, dopo, e sanitari, prima, fossero solo una cronaca della vita che crediamo reale, quella che si manifesta al di fuori del nostro corpo, dei nostri sensi? E se invece fosse tutto dentro noi, sia il conflitto, sia la sua soluzione?
Siamo così tanto abituati a credere che ciò che abbiamo dinnanzi agli occhi sia qualcosa di avulso da noi… Se invece provassimo a pensare che lo stiamo proprio creando noi, leggittimandolo al solo sguardo e, ancora di più, identificandoci con esso… Se provassimo a pensare che ne siamo addirittura attratti perchè una buona parte di noi ne è attratta, come cibo di fronte ad un affamato…
Se così fosse, la soluzione sarebbe sorpendentemente molto semplice. Ignorare e dirigere le nostre attenzioni verso ciò che veramente è in grado di costruire. E questa innata capacità la si trova solo dentro ognuno di noi, da nessun altra parte, in nessun altro luogo. Per sentirne la voce occorre meditare molto profondamente…
Ma i fatti ci mostrano inconfutabilmente quanto sia ancora arretrato il livello di consapevolezza del genere umano, in grado di aggregarsi in mutuo aiuto solo durante un periodo di pressione psicologica ma di non riuscire a mantenerlo passato l’evento. A quanto pare occorre una forte tensione mondiale, ancora più forte di quanto il genere umano ha sperimentato durante la follia sanitaria mondiale; magari una vera e propria bomba sganciata da qualche parte. Non è un augurio che faccio, ma se ciò servisse a svegliare finalmente l’intorpidito animo umano, allora così sia.