E perché non vendere anche gli ospedali?

Immagine in intestazione: http://www.clinicnews.it


Sembra un titolo civetta, vero? Sembra…
Già, perché da quando, qualche anno fa, ho visto apparire una struttura sanitaria privata dalle nostre parti, frutto di una società di imprenditori, ho pensato male (io penso sempre male e so di peccare…). Ho pensato che la strada della sanità, aperta al privato, poteva solo voler dire una cosa. Ti potrai curare solo se te lo potrai permettere.

Non mi sbagliavo…

Ma per un privato che investe in questo tipo di attività (mi fa rabbrividire pensare che veniamo trattati come un “prodotto” ma è realmente così: vedi QUI) l’investimento deve convenire, in termini di costi e ricavi. Ma come potrebbe, un privato, fare sì che i conti volgano a suo favore nella competizione con le strutture pubbliche? Beh, semplice. Basta fare in modo che le strutture pubbliche siano meno convenienti per il pubblico. Facile no?

Tratto dal sito de “La casa della salute” – Biella

Per fare un paragone riporto un esempio personale. All’inizio di quest’anno ho voluto fare delle analisi del sangue, per un controllo. Costo per analisi di routine circa 65 euro! Poi il medico mi ha prescritto una ecografia all’addome; non ne conosco il costo perché ho evitato di farla, causa il biblico tempo d’attesa di sette mesi oltre la distanza di quasi 50 chilometri per raggiungere il primo ospedale disponibile.

Eccolo qui il nuovo business! E allora via alle privatizzazioni perché così avremo maggiore qualità, più efficienza e diagnostiche più efficaci. Lo ha capito anche chi produce auto, quello che a un certo punto si è messo a produrre pure mascherine, ricordate? Quelle che non si potevano indossare tanto erano mal formate e di odore sgradevole (c’è chi diceva sentisse odore di solvente).

Sul caso nel 2020 i quotidiani parlavano così:

Oggi invece parlano così:

Ma andiamo oltre, perché c’è stata l’evoluzione della specie. Queste le ultime novità di FCA, anzi Exor, anzi Lifenet, nel settore sanità privata:

Non è certo una novità che ci sia chi si contende questa succosa opportunità data dalla “fragilità umana”. Sono un esempio le cliniche Humanitas della famiglia Rocca e Eurosanità guidata da Tullio Ciarrapico ma dobbiamo porci delle domande e soprattutto darci delle risposte.

Lo facciamo con i numeri, perché la matematica spicciola non è opinione.

Sul sito di www.sanita33.it si legge:

Secondo quanto riportato da Reuters, Exor, ramo di investimento della famiglia Agnelli, sta manifestando un crescente interesse nel settore sanitario, dove ha già investito quasi 4 miliardi di euro (circa 4,3 miliardi di dollari). John Elkann, CEO di Exor, ha sottolineato in una lettera annuale agli azionisti come l’aumento dei costi dei servizi sanitari e la carenza di personale medico stiano spingendo la domanda verso nuovi approcci innovativi per affrontare i problemi sanitari globali.

4 miliardi, ci rendiamo conto? No? Bene allora vediamo quanto ha investito il governo italiano in questo comparto. Il sito www.sanita24.ilsole24ore.com riporta lo stanziamento delle risorse economiche a ottobre 2023:

Il titolo dell’articolo ora appare più azzeccato… Ancora non ci credete? Beh, stavo cercando una immagine da inserire nella testata dell’articolo e guardate un po’ cosa ho trovato? (Fonte: primasettimo.it)

La sanità pubblica diventerà puramente una gestione dei dipendenti e dei funzionari. Non per niente le strutture locali si chiamano da anni “Aziende, sanitarie locali”; il tutto in barba all’articolo 32 della “tanto amata” Costituzione italiana. Vale ancora la pena spendere energie per difenderla? È chiara la Loro intenzione in questo senso oppure ve la devo spiegare?

Un’altra affermazione interessante ci viene poi data dalle parole di John Elkann stesso ciò che, circa l’avventura nella sanità privata, afferma…

…è evidente in quale direzione si stia andando ma, soprattutto le implicazioni che tutto questo porta con sé. In primis la volontà di mantenere vigoroso il settore evitando prima di tutto il mantenimento dello stato di salute dei corpi, poi attraverso l’incentivo alla ricerca (o alla creazione) di nuove patologie; magari con modifiche al DNA con la tecnica ormai collaudata dell’RNA messaggero attraverso la somministrazione di sieri o trasfusioni. Per non parlare poi della dipendenza diretta dai Loro organismi di controllo com l’OMS e tutte le direttive che da lì emanano.

Sono congetture incoerenti? A mio avviso c’è molto altro che bolle in pentola ma questo è solo ciò che ci è dato sapere.

Cosa fare quindi?

La prima cosa è mantenersi sani il più possibile e il più a lungo possibile; le buone pratiche passano prima di tutto da un corretto ed equilibrato atteggiamento tra il mondo esterno e le nostre emozioni perché sono quelle la causa primaria delle nostre patologie; e questo Loro lo sanno benissimo. Da ciò deriva poi una corretta alimentazione. Ma soprattutto è urgente sviluppare sul territorio strutture mediche in grado di sopperire alla avanzata della privatizzazione perché questa è l’arma che Loro stanno utilizzando per renderci Loro dipendenti.

Realtà come IppocrateOrg oppure RigeneraLife, che caldeggiamo e supportiamo direttamente, sono da coltivare e da rafforzare nel più breve tempo possibile perché altrimenti non avremo altra scelta che rivolgerci alle Loro strutture e alle lo storture. Con le conseguenze che ben conosciamo…


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Pubblicato da Andrea Pilati

Ricercatore indipendente, si è specializzato in economia e gestione monetaria sulla base degli studi di Giacinto Auriti, sulle pubblicazioni di Paolo Maleddu, di Marco Saba, di Antonino Galloni… e di tutti gli altri esseri umani che a loro modo fanno sì che avvenga un rapido cambio di paradigma per una maggiore consapevolezza.

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