“Il mondo intero aspira alla libertà, eppure ogni creatura ama le sue catene. Questo è il primo paradosso e il nodo inestricabile della nostra natura.” Sri Aurobindo, XX sec.
Assange libero!! Notizia che è rimbalzata dall’ANS(i)A a tutti gli altri quotidiani; che altro non sono che fotocopie l’uno dell’altra. Naturalmente non è stata data l’enfasi che avrebbe meritato la liberazione di un giornalista che altro non ha fatto che il suo dovere: divulgare. Mai i quotidiani si sono limitati a dare notizia in modo tiepido e distaccato, come una qualsiasi notizia di cronaca.
Detto ciò devo ammettere che la novità mi ha colto di sorpresa e, con il mio tipico piglio sospettoso, mi sono chiesto “Cui prodest” ( a chi giova?). Dato che nulla accade per caso, specialmente negli odierni tempi apocalittici, allora un motivo per dare libertà a Julian Assange, sebbene condizionata, c’è sicuramente e non è di certo perché la giustizia ha fatto il suo corso, ma ha ben altri risvolti.
E, guarda caso, anche Massimo Mazzucco è della stessa idea, solo che gli devo dare il merito di avere approfondito il percorso logico e il messaggio “tra le righe” di questo avvenimento.
Proprio per capire la reale valenza di questa persecuzione, basterà pensare che Chelsea Manning ha fatto solo sette anni di prigione, per avere trafugato dei documenti secretati, mentre Assange ne ha fatti praticamente il doppio (se calcoliamo anche i sette anni di clausura nella ambasciata ecuadoriana a Londra) solo per averli resi pubblici. Il messaggio degli USA quindi è stato chiaro, ed è diretto a tutti gli altri giornalisti del mondo occidentale: “Anche se vi capitassero fra le mani dei documenti scottanti, non provateci nemmeno lontanamente a pubblicarli. Altrimenti farete la stessa fine che ha fatto Assange.” Né peraltro dobbiamo illuderci che la liberazione di Assange sia in qualche modo legata ad un remoto principio di giustizia, che avrebbe finalmente prevalso sulla palese ingiustizia perpetrata fino ad oggi contro di lui. Questa liberazione è stata chiaramente voluta dall’amministrazione Biden in questo momento politico, a pochi mesi dalle elezioni presidenziali. Biden infatti sta già subendo una emorragia di voti nella sua base democratica, a causa della sua posizione spudoratamente a favore di Israele, e non poteva certo permettersi ulteriori attacchi da parte dei suoi elettori nel caso di una estradizione di Assange negli Stati Uniti. È stata quindi una scelta politica quella di perseguitarlo per 15 anni, così come è stata una scelta politica quella di ridargli la libertà proprio in questo momento. I valori per cui tutti noi combattiamo – libertà, giustizia e democrazia – in questo caso non c’entrano nulla. E’ questo purtroppo il vero messaggio che possiamo trarre da questa triste storia: viviamo in un’epoca di pragmatismo assoluto, dove i valori più importanti possono essere tranquillamente calpestati a seconda del fine politico più urgente in quel momento. Certamente, la liberazione di Assange ci fa un enorme piacere per la sua persona, ma dal punto di vista della dittatura travestita da democrazia nella quale viviamo, non cambia assolutamente nulla.
Condivido appieno, Massimo; dittatura soft, aggiungerei, per definirla meglio.
Restrizioni dopo restrizioni ci ritroveremo dentro una gabbia della cui costruzione non ci siamo nemmeno resi conto. Sbarra dopo sbarra, e a ogni sbarra una giustificazione. Prima il cambiamento climatico, poi la crisi sanitaria mondiale, poi l’intelligenza artificiale arrivata così, all’improvviso, come avesse vita propria (e così vorrebbero farci credere, per indurre altri stati d’animo dominati da ansie, timori e incertezze). A seguire qualche black out quà e là, qualche bancomat che non funziona, qualche circuito bancario in stallo, qualche carta di debito (così chiamati i bancomat) che non viene riconosciuta nonostante vi siano fondi… Non racconto storie inventate. Sono fatti accaduti realmente, anche recentemente. Parlando con una conoscente ho provato a immaginare a quale livello di terrore saremmo sottoposti se all’improvviso tutti questi dispositivi smettesero di funzionare. Invito il lettore ad immaginare quale scenario potrebbe avverarsi in una tale situazione. Panico, dappertutto…
A vantaggio di chi? Dei soliti noti; sempre Loro.
Penso che sia giunto il momento di operare affinché le nostre emanazioni energetiche siano polarizzate verso Esseri evoluti, antitetici alle Forze oscure. Questi Esseri sono in grado di darci una mano ma solo se ci sintonizziamo sulle loro frequenze. Spesso, troppo spesso, ci facciamo coinvolgere dai misfatti degli Oscuri, dimenticandoci che, per Legge di contrappasso, esistono anche le Forze di Luce, che però difficilmente prendiamo in considerazione. Questo perché questi Esseri non si fanno vedere e quando operano lo fanno in modo discreto, esattamente all’opposto degli Oscuri.
Ma tutto dipende da noi, e solo da noi. Meno ci facciamo catturare dalle Loro gesta ipnotiche (ypnos = sonno) e diaboliche (diaballo = dividere), più diamo campo libero alle Forze Divine affinché ci sostengano. E queste due Forze, che risuonano fuori, si materializzano perché le portiamo dentro; dobbiamo sempre e solo decidere quale parte di noi nutrire.
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Ricercatore indipendente, si è specializzato in economia e gestione monetaria sulla base degli studi di Giacinto Auriti, sulle pubblicazioni di Paolo Maleddu, di Marco Saba, di Antonino Galloni… e di tutti gli altri esseri umani che a loro modo fanno sì che avvenga un rapido cambio di paradigma per una maggiore consapevolezza.
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