Il guardiano dei campi morfici

A cura di Andrea Pilati,

Il campo morfico è quella comunicazione non verbale con la quale si veicola un messaggio che coinvolge altre entità a prescindere dalla distanza. La fisica quantistica ci ha mostrato come due particelle, divise tra loro e poste a distanza arbitraria, siano collegate da quello che è chiamato entanglement, allacciamento. Se si modifica la rotazione di una, l’altra si comporta in maniera speculare nello stesso istante, a prescindere dalla distanza.

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Con questo presupposto il primo campo morfico è il nostro corpo. Le cellule che lo formano ricevono costantemente informazioni dalla nostra coscienza, a seconda di quanto la padroneggiamo e ne siamo consapevoli. Le malattie hanno quindi tutte origine psicosomatica, anche quelle genetiche; queste ultime si manifestano per via del fatto che non siamo in grado di consapevolizzare e padroneggiare l’informazione insita in quel 95% di DNA che dicono sconosciuto, e che viene passata di generazione in generazione.

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Le restanti ce le vogliamo noi; con il rimanere influenzati da un evento esterno, che sia virale oppure emotivo, si contrae l’influenza, che termine migliore non poteva avere per descriverla. Il rodersi il fegato è un atto di implosione di una rabbia repressa scaturita dall’identificazione con un fatto che ci ha offesi in modo profondo e che va ad incidere sul funzionamento della ghiandola epatica. Una irritazione altro non è che una infiammazione dovuta spesso ad una nostra indisposizione verso un evento esterno… da una spina ad un rimprovero. E via di seguito.

Si può così comprendere che in tutti questi contesti il punto focale è la identificazione con qualcosa che arriva dall’esterno, esattamente come arriva un virus.

Ma se lavoriamo sulla NON identificazione arriveremo a comprendere la genesi del dolore ed il fatto che ci comportiamo spesso come bambini ai quali hanno rubato il giocattolo migliore al quale eravamo attaccati. E quando ce l’hanno portato via se ne andato con lui un pezzo di noi.corpo-di-dolore.png

La identificazione fa sì che il campo morfico venga padroneggiato da altri, consapevolmente o meno. Per diventare consapevoli altra strada non c’è se non quella di scandagliare il nostro interno, là dove si trova la conoscenza più ancestrale. Tutta la conoscenza è racchiusa dentro noi, siamo un Universo un miniatura, posti esattamente al centro tra la distanza dell’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo.

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Rupert Sheldrake, scopritore dei campi morfogenetici

Nel campo morfico siamo costantemente immersi ed attraverso di esso veicoliamo le nostre emotività ed i nostri pensieri all’esterno verso gli altri, e li riceviamo a nostra volta attraverso di esso; semplici antenne ricetrasmittenti. Quindi più andiamo a conoscere le nostre parti interne più scoviamo il vero movente che spesso ci condiziona e ci rovina la vita; e di conseguenza la rovina anche agli altri, trasmettendo messaggi distruttivi.

L’apatia, lo sconforto, la rabbia, il risentimento, la sfiducia… sono tutti messaggi che trasmettiamo e che condizionano l’intera umanità. Per rendersi conto di ciò e modificare la trasmissione bisogna lavorare a ritroso, ponendo attenzione alle gestualità, ai movimenti, consapevolizzando il CORPO. L’arte marziale per esempio è nata per questo e una delle arti marziali che contemplano il campo morfogenetico è lo Zhineng Qi Gong nel quale la pratica inizia collegandosi ad esso e da esso prelevare le informazioni necessarie al nostro caso personale. Durante la pratica gli studenti sono invitati a porre attenzione alle proprie intenzioni ed esternazioni poiché esse vengono inevitabilmente trasmesse nel campo anche a tutti i praticanti di Zhineng del mondo. Sia nel Bene che nel Male.

Proseguendo si passa poi al controllo della PAROLA, come abbiamo già chiarito QUI, raffinando il più possibile, e ci si renderà conto che a questo punto si innesca una lotta interna tra due parti opposte, la volgarità dell’Ego e la ricerca di raffinatezza e di cura della Coscienza.

Il passo successivo sarà comprendere che la parola nasce da un PENSIERO e questo a sua volta da una INTENZIONE.

Solo dopo questo lavoro potremo dire di padroneggiare il nostro destino ed a questo punto, e di conseguenza, anche quello dei nostri simili. Solo a questo punto si acquisisce un grado elevato di responsabilità che coinvolge tutto e tutti intorno a noi, nel Bene e nel Male.

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Gli eventi sul pianeta non sono altro che le intenzioni incoscienti della maggioranza energetica umana, dominata e teleguidata da una Elite consapevole. Essendo questa umanità per lo più dormiente ed ignara del valore e delle conseguenze di quanto qui descritto, si lascia vivere e dominare dalla parte distruttiva che a sua volta le crea dolore, privazione e tutte le tipiche caratteristiche annoverate nell’Inferno dantesco.

Prendere Coscienza di tutto ciò lavorando per il Bianco significa avere la responsabilità e la possibilità di cambiamento degli eventi in questo pianeta. Se diciamo per esempio “Ormai e tutto a rovescio, non c’è speranza che le cose cambino perché é tutto in mano alle elite…” significa offrire loro il fianco e trasmettere sfiducia, lassismo, che fomentano angosce e disperazione.

Non è il caso di mentire dicendo che va tutto bene; prima di parlare o di esternare un concetto basato sull’ottimismo bisogna prima averlo fatto nascere dentro di noi ed averlo ben radicato. L’ottimista non è colui che sorride sempre; per questo basta seguire un qualsiasi corso di marketing e studiare PNL. Queste ultime sono costruzioni e costrizioni dialettiche e di immagine, alle quali manca quel sale della dialettica chiamato ONESTÀ.

Entrare in un campo morfico costruttivo ed evolutivo prescinde da un’altra attitudine virtuosa ossia non bisogna accedere con INTERESSE PERSONALE. Ecco, solo allora funzionerà, solo allora darà risultati positivi e costruttivi, quelli che l’Elite non vuole.

Lo stesso pianeta Terra ci dimostra che tutti i suoi esseri sono interconnessi come gli uccelli, i branchi di pesci ed animali di terra, gli sciami di insetti… tutti collegati da UNA Coscienza collettiva. Così anche le piante, interconnesse attraverso l’apparato radicale in un unicum planetario.

Qui il video della trasmissione TED che vede protagonista Suzanne Simard, professoressa di Ecologia delle Foreste presso la University of British Columbia e che spiega la scoperta delle interconnessioni tra gli alberi.

Avatar.gifLa cinematografia ancora una volta ci ha dato una mano con il film Avatar, uscito nelle sale nel 2009. In esso sono stati trasmessi gli stessi concetti espressi finora; il tutt’uno con gli esseri viventi, lo spirito di Eiwa, la grande Madre, che permea tutto il pianeta e ne è il pianeta stesso, così come il nostro Spirito permea il nostro corpo, tornando quindi al discorso iniziale e chiudendo il cerchio.

È molto importante comprendere tutto questo perché solo così possiamo veramente fare le scelte giuste affinché tutto prosegua verso l’evoluzione.

Quindi non dimentichiamoci; da oggi facciamo attenzione a quello che diciamo perché può avere effetti collaterali anche gravi!

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