COVID e decessi, i numeri non mentono, anche quando sono falsi

A cura di Andrea Pilati

Sono tre mesi che gli italiani, in particolare, sono presi in questo tourbillon di notizie e dati di ogni tipo, soprattutto sanitari, che hanno creato, appositamente, l’opportuna confusione e le relative divisioni. Ma come sono andate le cose non ci è chiaro, fino a che non mettiamo insieme le tessere del mosaico, prelevandole dove ci sono come in un gioco a caccia al tesoro. Il tempo da sempre ragione a chi persevera e, piano piano, a piccoli ma importanti passi, la verità prende spazio e colma il vuoto dell’ignoranza per chi la vuole accettare.

Come prima domanda potremo chiedere: “ma come sono state valutate e con che metodica sono state diagnosticate le patologie da Covid 19 nelle persone con sintomi?”

Sentiamo la testimonianza una ragazza in Lombardia, a Milano:

“Ah…!” esclamerà qualcuno. Quindi fanno la diagnosi a distanza, presupponendo che dall’altra parte la persona si è ammalata sulla base di un questionario telefonico! In una situazione così grave, a detta degli esperti al governo, ci si permette di usare simili metodi diagnostici? E se la ragazza avesse sofferto per una patologia provocata da un nuovo virus, magari più pericoloso del precedente?

Quindi sorge spontanea un’altra domanda: “ma tutti ‘sti numeri sui contagiati, allora, non sono veri?”

Passiamo poi alla seconda domanda: “ma dove sono finiti tutti i morti per diabete, epatite, tumori vari, infarti, ischemie…?”

Affiniamo l’udito e ascoltiamo il Presidente dell’Ordine dei medici della Liguria, Alessandro Bonsignore:

“Ah…!” farà nuovamente qualcuno. E a ragione… ma come, muore di Covid 19 anche chi cade dalle scale? Le nebbie iniziano a diradarsi.

Quando poi leggi su di un quotidiano una notizia del genere, data al pubblico senza alcun pudore, sfacciatamente, dove, già nel titolo, c’è un “Avviso di menzogna in corso”, cos’altro dovresti pensare?

E poi, per finire, prendi il coraggio a due mani e ti chiedi se in questa pandemia l’OMS ci credeva davvero. Magari lo vorresti chiedere a colui che ne è a capo, un certo Tedros Adhanom Ghebreyesus, un personaggio che ha ricoperto la carica di ministro della sanità nel suo Paese, l’Etiopia, e che ha coperto una epidemia di colera per ben tre volte, nel 2006, 2009 e 2011. (Fonte: https://www.nytimes.com/).

fonte 1, fonte 2, fonte 3

E allora se vogliamo parlare di dati, facciamo un confronto prendendo le fonti ufficiali e notiamo che:

Non solo, perché:

“i calcoli fatti dal Dott. Scoglio basandosi sui dati dell’ISTAT sono molto interessanti. In pratica emerge che l’aumento clamoroso di morti rispetto agli altri anni, non c’è stato. L’ISTAT, secondo Scoglio, ha preso in considerazione per l’analisi proprio un periodo che corrisponde a quello in cui ci sono più morti. Il Dott. Scoglio fa rilevare, dati dello stesso ISTAT alla mano, che innanzitutto la percentuale dichiarata è amplificata di parecchio. Ma soprattutto, prendendo invece in considerazione periodi diversi della medesima stagione invernale, e paragonando il numero di morti anche ad anni diversi dall’anno scorso, il numero rientra tranquillamente nella normale oscillazione dei decessi che si verifica di anno in anno, come anche tra periodi diversi della stessa stagione invernale. Dopo tutti i calcoli e i raffronti, il dott. Scoglio conclude: «Questo chiude la questione: il numero di morti del periodo centrale della crisi del 2020 è assolutamente normale, assolutamente nella media, e dunque non c’è stata nessuna pandemia». E ancora: «Come si vede, il numero dei morti nei primi 3 mesi del 2020 è sostanzialmente identico a quello del 2015, ed è addirittura inferiore a quelli del primo trimestre 2017 ! Quindi, i morti del primo trimestre 2020 sono assolutamente entro le normali variazione annuali, non c’è nessuna mortalità pandemica!» . E dopo altri calcoli: «Per l’ISTAT ci sarebbero stati, nel primo trimestre di quest’anno circa 26.676 morti causati dal Covid-19. Abbiamo visto che non è vero, ma anche se lo fosse, si tratterebbe di un numero eccezionale?»
Scrive l’epidemiologo Stefano Petti, docente alla Sapienza:
«L’andamento della mortalità italiana non è per nulla regolare, segue picchi periodici – mai chiariti peraltro – a distanza di circa 2-4 anni. Ad esempio nell’inverno del 2015, da gennaio a marzo, si verificarono 217.000 morti premature in Europa tra gli ultra65enni e soltanto 9.000 distribuite nelle altre fasce di età, solo parzialmente attribuite all’influenza. L’Italia, quell’anno, pagò il prezzo più alto: 45.000 decessi in soli tre mesi (Michelozzi et al, 2016).»

Quindi, nel 2015 per patologie respiratorie morirono ben 45.000 in eccesso nei tre mesi da Gennaio a Marzo, ovvero quasi il doppio di quelle attribuite oggi al Covid-19 (26.676) da ISTAT/ISS. Un’ulteriore prova che la mortalità di quest’anno, inclusa quella attribuita al Covid-19, è assolutamente entro i normali livelli variazione periodica.
Insomma, da qualsiasi punto di vista la si guardi, la pandemia non esiste. Come dimostra anche la tabella elaborata dal Pedante su dati ISTAT, che riporta una diminuzione dei morti nel periodo 1 Gennaio-15 Aprile 2020 del 5,86% rispetto alla media dello stesso periodo dei 5 anni precedenti”

E allora i dubbi diventano certezze. Ci stanno prendendo in giro!

Quindi? Iniziamo a praticare il distanziamento sociale dalle persone false…

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