The Matrix; la parte oscura!

A cura di Luca Roverselli

L’idea secondo cui noi non percepiamo la natura profonda delle cose ma si palesi alle nostre coscienze una realtà del tutto deformata non è certo una novità apparsa sulla scena nel 1999 con il film “The Matrix”.

E’ invece un concetto tanto profondo quanto antico, presente da più di due millenni nel pensiero umano ed espresso in maniera mirabile già da Platone nel IV Secolo a.C. Egli lo espone in modo lucido e preciso nel notissimo “Mito della Caverna”, all’interno del suo dialogo: La Repubblica. Il grande filosofo sostiene che l’uomo vive all’oscuro del mondo reale, immerso in una profonda caverna. Sulle pareti di quell’antro scorge le ombre di quelli che sono gli oggetti reali che si trovano all’esterno e pensa che esse siano la realtà, non potendo nemmeno sospettare dell’esistenza di un mondo limpido e luminoso fuori da quella grotta, illuminato da un Sole caldo e imponente.

Da allora molte volte il concetto dell’erroneità percettiva delle nostre coscienze torna centrale nel pensiero filosofico ed è Kant nel XVIII Secolo ad affrontare l’argomento in maniera sistematica, stabilendo i limiti conoscitivi del nostro stato di coscienza che egli chiama: Ragion Pura.

Da un paio di decenni è invece in atto qualcosa di diverso. In contrapposizione con alcuni tentativi di divulgare concetti reali e profondi, alcuni cercano invece di assolutizzare il nostro modo di percepire e di conoscere le cose e molta parte del lavoro sulle masse è compiuto attraverso le forme di comunicazione maggiormente diffuse, tra le quali proprio il cinema. Il celebre film “The Matrix” merita a questo proposito un’analisi particolare.

A una visione superficiale sembrerebbe essere un film molto “platonico”: ci mostra infatti che noi siamo in verità dei dormienti che vivono in un mondo virtuale, senza sospettare nemmeno di non conoscere la realtà vera delle cose. Di dormienti, ignari del mondo reale, parlano da secoli i saggi Sufi. Essi ci insegnano che noi viviamo di fatto tutte le nostre vite in modo totalmente inconsapevole all’interno di piccole personalità effimere e non ci poniamo nemmeno il problema di costruire un vero Io, tale da possedere una nostra esistenza propria indipendente, in grado di vedere il mondo reale.

Perciò quello che noi chiamiamo “io” si riduce a una pura definizione linguistica vuota di qualsiasi significato e noi di fatto, come individualità permanente, semplicemente non esistiamo.

Non si chiede di meglio per suggestionare l’ignaro spettatore: un sistema filosofico poco noto alle masse, ma così potente e suggestivo.

Ed ecco servito il piatto in tavola: abbiamo il mondo virtuale ed effimero descritto da Matrix, dove gli esseri umani sono inconsapevoli e dormienti all’interno di inquietanti contenitori e sono utilizzati come fonte di energia da un mondo di macchine che avevano preso il sopravvento sulla nostra specie da circa due secoli, illudendoci così di abitare ancora quel mondo che esisteva prima della rivolta della loro stirpe di macchine intelligenti.

Ed è proprio qui il nucleo del problema.

I2016_05_27_thematrixl corso del film è potente e maestoso e promette rivelazioni di portata dirompente, fino alla scena dello specchio, nella quale Morpheus, signore del sonno, con riferimento al celebre romanzo “Alice nel Paese delle Meraviglie”, avverte il protagonista che ora scoprirà quanto è profonda la tana del Bianconiglio. Poi la scena si ritrova in una lucente sala in high key e la nostra attenzione diviene massima. Siamo aperti a qualche rivelazione insospettata e profonda… e invece, dopo avere liquefatto tutte le nostre credenze sul mondo, cosa ci viene rivelato? Che la realtà profonda, la vera natura dell’universo non è nient’altro che lo stesso mondo a noi ben noto, solo che si trova in una condizione notevolmente peggiore: le città sono semidistrutte e su di esse regna una luce cupa e cinerea.

In questo modo la scena piomba lo spettatore in una drammatica low key dove regnano immagini grottescamente familiari di luoghi un tempo illuminati da un Sole benevolo.

Ma attenzione alle descrizioni grottescamente familiari. Esse sono la tomba della consapevolezza e sono il vero dominio di Morpheus.

Il disastro è in questo modo duplice. Da una parte ci porta ad affezionarci ancora di più alla realtà a noi nota: a quel mondo illuminato, per il quale ci fa provare una profonda nostalgia. Quel mondo costituito dalle percezioni dei nostri sensi, che le nostre coscienze sono solite assolutizzare credendo che si tratti della struttura profonda delle cose.

Dall’altra parte ci preclude la possibilità di indagare la vera natura di ciò che esiste, facendoci credere che la struttura più intima del mondo non sia altro che ciò che si palesa ai nostri sensi: sia che le città siano integre e luminose, sia che esse siano diroccate e cupe.

Questa descrizione dell’universo è in verità ben lontana dalle idee di Platone o di Kant e ben lungi da ciò che credevano i saggi Sufi. In realtà l’universo non è fatto per essere confortevolmente percepito dai sensi naturali della specie umana. La sua natura profonda è invece al centro di un dibattito filosofico di portata epocale, i cui contenuti sono peraltro accuratamente non divulgati al pubblico.

Matrix, l’opera di questi oscurantisti presso le masse è invece quella di portare allo stato plastico ogni concetto e ogni valore: far dubitare di tutto, non per poi giungere a una comprensione più profonda di noi stessi e dell’universo, ma per dar loro la possibilità di sostituire le nostre idee e i nostri valori con qualcosa di più aderente ai loro progetti, qualcosa di simile a quei paesaggi cupi e decadenti che appaiono nel mondo presentato come reale dagli autori del film.

01_09230207_cb5c2b_2733263aCosì anch’essi sono a tutti gli effetti rimasti prigionieri all’interno della loro draconica creatura. Infatti i fratelli Lawrence ed Andrew Paul Wachowski sono oggi entrambi diventati le sorelle Lana e Lilly.

Liquefare dunque per poi ridare forma!

4 pensieri riguardo “The Matrix; la parte oscura!

    1. Salve Giusy. Il redattore Luca Roverselli indica che la loro “creatura” sembra abbia fagocitato i due fratelli (ora sorelle!). Ma afferma anche che, da come è stato creato, con le sue scenografie oscure sia opera di oscurantisti; coloro che hanno tutto l’interesse a mantenerci ad un basso livello di frequenza. Matrix ha avuto molti seguaci soprattutto tra color che cercano un modello che risuoni in loro. Naturalmente anche i creatori del “modello” sono da seguire poiché sono coloro che detengono la Verità che divulgano. Ed ora hanno cambiato sesso legittimando così una futura “gender generation” per confondere. A presto su questo blog posteremo un articolo ad hoc

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